Le infrastrutture on-premise producono CO2 sia per l’energia necessaria per l’alimentazione ed anche per quella per il raffreddamento della sala server.
La migrazione dei server al cloud non significa che tali emissioni non contino: tali emissioni sono generate in un altro luogo. C’è però da considerare che i datacenter pubblici sono ottimizzati per evitare sprechi energetici e quindi per ridurre l’emissione di CO2.
Azure offre diverse opzioni di ottimizzazione delle emissioni di carbonio per aiutare le organizzazioni a monitorare e ridurre le emissioni di CO2 e operare in modo più sostenibile.
È possibile trovare questa opzione nel portale di Azure cercando “Carbon Optimization”:

Nel riquadro “Dettagli emissioni “Emission Details” sono disponibili alcune informazioni più dettagliate che permettono di vedere i consumi raggruppati per:
- Sottoscrizione
- Resource Group
- Resource
- Resource Type
- Location

Nella tab “Emission Reduction” vengono presentati consigli su come ridurre le emissioni ad esempio riducendo le dimensioni delle VM:

Un altro fattore da considerare è che l’energia utilizzata per alimentare i server on-premise viene per lo più fornita con energia “grigia”.
Microsoft Azure garantisce che almeno il 50% dell’energia provenga da fonti rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idroelettrico.
Entro la fine del 2025, Microsoft si impegnerà a raggiungere l’obiettivo del 100% di enegia “pulita”.
Microsoft Azure e Microsoft 365 permettono poi di rivedere e ammodernare le configurazioni permettendo di sostituire sistemi e configurazioni tradizionali verso sistemi moderni che permettono di ridurre numero di VM o richieste di risorse passando da modello IaaS verso SaaS o PaaS; ecco alcune idee:
- Passaggio da farm RDS a Azure Virtual Desktop
- Passaggio da dominio AD a Azure Entra
- Migrazione File Server verso SharePoint
- Utilizzo di containers